Ghali, Sensazione ultra: la recensione del terzo album del rapper milanese di origine tunisina.
C’è aria di rinnovamento in Ghali in Sensazione ultra. Lo si percepisce dal look, ma anche dalle sonorità dei nuovi singoli lanciati, uno dopo l’altro: Wallah, Walo, Fortuna. Tre brani tra loro così differenti, appartenenti a mondi che non sembrano avere alcun legame in comune, se non la sua voce. Ed è una voce che cerca di evolvere, così come la sua penna, così come la sua immagine.
Un nuovo Ghali per una nuova musica italiana: un obiettivo alto, in parte raggiunto con un disco che si distacca da ciò che abbiamo ascoltato in passato, anche se appare ancora come un esperimento in attesa di una definitiva maturazione artistica, di cui si iniziano a vedere i prodromi.
Ghali, Sensazione ultra: la recensione
Un caleidoscopio è ciò che troviamo in Sensazione ultra. Un unico contenitore per tanti Ghali così diversi tra loro. Parlare di un trapper oggi è più limitante che mai. Come artista, il nostro sta crescendo a vista d’occhio. Le sue origini tunisine e nordafricane stanno venendo a galla non più come un elemento di diversità, ma come una qualità e un mondo da cui poter trarre grande ispirazione.
Sonorità e ritmi che Ghali sembra voler presentare al pubblico italiano per avvicinare la nostra cultura a una cultura così lontana e così vicina, che troppo spesso spaventa, complice una politica che in alcuni casi strumentalizza e acuisce le distanze e le divergenze.
C’è un fondo di operazione politica nel nuovo disco del rapper, in effetti. Ma c’è soprattutto un’attenzione certosina alla sua arte a un percorso musicale che sembra pronto per esplodere verso una nuova direzione. Grazie anche all’aiuto di nuovi producer internazionali e di qualche giovane emergente dalle idee innovative, il trapper di Cara Italia riesce a unire il nostro hip hop e il genere che gli ha dato le fortune con elementi quasi pop punk (specialmente in Fortuna), momenti di grande intensità e calore (nell’intro Bayna), cassa dritta e atmosfere da club (in brani come Wallah, che molto deve a Stromae).
Mescola linguaggi musicali e mescola lingue (italiano, arabo, inglese, francese), con la naturalezza di chi si sente figlio del mondo ancor prima che figlio delle sue due madri, la Tunisia e l’Italia. Certo, il percorso verso la completa maturità artistica è ancora lungo e non aiutano alcuni feat che danno poco alla crescita del disco (non solo Baby Gang, anche Marracash, sempre preciso, non riesce a far fare un salto di qualità al suo pezzo).
Molto più interessante invece la collaborazione con Madame in Pare, forse il miglior brano del lotto, ma anche di artisti emergenti come Axell e Digital Astro. C’è del lavoro da fare, ma la strada intrapresa da Ghali è affascinante e va dalle reminiscenze del già citato Stromae a citazioni più vicine al miglior Kanye West. La sensazione è che sia solo l’inizio di un percorso che potrà regalare all’artista grandi soddisfazioni, alla musica italiana un nuovo modo di intendere l’urban nel nostro Paese.
Sensazione ultra: tracklist
1 – Bayna
2 – Bravo
3 – Fortuna
4 – Free solo (feat. Marracash)
5 – Walo
6 – Moon Rage (feat. Axell)
7 – Pare (feat. Madame)
8 – Crazy
9 – Peter Parker (feat. Digital Astro)
10 – Wallah
11 – Drari (feat. Baby Gang)
12 – Sensazione ultra
Voto: 6.5
Di seguito il video di Pare: